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David Garrett ipnotizza il pubblico di Armonie d’Arte Festival
29/08/2017
ll concerto di David Garrett a Scolacium per Armonie d’Arte Festival domenica sera è stato l’attesissimo successo previsto, e del resto prevedibile, su tutti i fronti. Due splendidi servizi nazionali sul Tg1, nell’edizione della notte di ieri e di questa mattina, hanno immortalato l’evento, oltre ai tanti locali, raccontando una Calabria vera e fascinosa in termini entusiastici, finalmente, anche al resto del Paese.
Bravo, bello, e pure simpatico Garrett, e poi funambolico, esplosivo, poetico, stregante, ed anche accogliente, disinvolto, commovente: ecco gli aggettivi che senza se e senza ma, sono stati ascoltati, dichiarati, persino gridati, con grande eco su tutti i social ancora perdurante (e con la condivisione persino di Garrett e Quentin!), in una platea letteralmente incantata, capace di stupito e totale silenzio, ma anche di esplosivi applausi e urla gioiose alla fine di ogni pezzo, e per la verità talvolta anche durante.
Tant’è: per Armonie d’Arte Festival e per la Calabria, per la Cultura, per i Beni culturali e per il Turismo di questa regione, per la sua positiva immagine nei circuiti di più alto profilo, è stata una grandiosa opportunità, un felice esito annunciato, ma comunque sorprendente e oltre ogni migliore auspicio. Oltre 2000 persone con un pubblico di ben 10 regioni italiane e, caso raro se non unico per la Calabria almeno a memoria, di provenienza internazionale, non di passaggio ma appositamente giunti dal proprio Paese al Parco Scolacium per Garrett: fan dal Giappone, Stati Uniti, Francia, Spagna, Germania, Brasile, Lettonia, Kazakistan, Russia, Finlandia. Unica data in Italia per una star internazionale che calamita il suo pubblico, riempiendo di fascino ogni palcoscenico e con ogni repertorio, che sia classico o crossover. Il prestigio artistico dello spettacolo, i numeri impressionanti per un festival che fa dell’identità “colta” addirittura una trincea, e soprattutto l’entusiasmo festoso del pubblico dall’inizio alla fine del concerto per un Garrett che ha ricambiato con il suo sorriso luminoso, compiaciuto e confidenziale in ogni momento e senza alcun istante di disappunto, nemmeno quando il vento (una brezza non forte ma con qualche raffica, che chi è del posto ben conosce), gli ha portato un po’di polvere negli occhi, inorgogliscono il direttore artistico Chiara Giordano e la Fondazione Armonie d’Arte al completo.
D’altronde ad accogliere David Garrett è stato un Parco Archeologico di sempre suggestiva bellezza, dove in una fresca serata di fine estate neanche il vento, appunto, è riuscito a mitigare magia e fascino monumentale, riflessi negli occhi incantati di un pubblico ammaliato e forse addirittura sorpreso da tanta inaspettata bellezza, frutto dell’alchimia fra il luogo e i suoi protagonisti d’eccezione. Magari la Calabria si mostrasse sempre così agli occhi nostri e di chi viene da fuori!
Un pubblico anche delle grandi occasioni con rappresentanti del Mibact, della Regione, della Camera di Commercio, del Capoluogo calabrese e del Comune di appartenenza, della Bank partner Bcc Centro Calabria, degli Sponsor, dei colleghi operatori culturali calabresi ma anche oltre regione e stranieri come il presidente della Filarmonica di Zagabria, degli intellettuali di rilievo, e anche di potenziali investitori: certamente tutto ciò con l’auspicio di ulteriore fulgido futuro.
Ed infatti, nel saluto pieno di soddisfazione rivolto al pubblico dal direttore artistico Chiara Giordano, era chiaro il messaggio di positività e di valorizzazione di questa terra antica, ma anche capace di essere protagonista nello scenario mondiale, e la parola “benvenuti” è stata declinata ben 13 volte, tante quante erano le lingue dei presenti che fin dal pomeriggio hanno sostato davanti ai cancelli del Parco.
E se la comunicazione parlata, come sempre accade, può lasciare dei vulnus nella comprensione quando il contesto è internazionale, la musica colma ogni limite, e anche con David Garrett, accompagnato da un eccellente Julien Quintin al pianoforte, è stato così.
Circa due ore densissime in due parti, la prima più lirica e classica con la sonata di Cesar Franck che rappresenta un caposaldo del repertorio violinistico più complesso, la seconda più lieve e virtuosistica con pezzi sfavillanti come per esempio la Ciarda di Monti o la Ronda degli gnomi di Bazzini, e un Garrett che con grande disinvoltura e piacevolezza ha condotto una narrazione di sé e del repertorio a tutto campo, intima persino, parlando delle figure di famiglia, dei genitori, dei suoi maestri, per una esibizione letteralmente straordinaria, ovviamente sul piano artistico, ma anche della piacevolezza; certo è stato un concerto quasi completamente orientato alla cosiddetta musica classica, nella piena consapevolezza che l’anima crossover di Garrett non si manifesta solo con i repertori ma anche, e forse soprattutto, attraverso lo stile: arcata sempre potente, fraseggio molto estroverso, dinamica ed agogica del discorso sempre musicale estremamente vivace, mobile, piena di inflessioni e di accentuazioni fortemente affabulatorie nel segno, comunque, di un controllo totale e impressionante del suo Stradivari. Dopo i bis, concessi al pubblico calorosissimo, ormai a tardissima ora per un concerto, probabilmente per evitare di dover preferire qualche fan ad un altro all’uscita poi dai camerini, David è andato subito via dal Parco, direttamente dal palco. Già prima dello spettacolo, del resto, nell’area riservata del Parco David Garrett si era intrattenuto facendo anche una passeggiata fra gli ulivi secolari, spingendosi fino al foro romano, e aveva del resto ricevuto il Pitagora d’Argento, premio pensato per sottolineare il valore dell’intelligenza e della sensibilità artistica, di Michele Affidato la cui arte orafa è oggetto di importanti riconoscimenti, e con il quale la Fondazione ha avviato una collaborazione stabile.
La Calabria, dunque, è stata nel mondo nel più bello dei modi possibili, e in Calabria è venuta la parte migliore del mondo, ovvero quella che ama la bellezza e che lascia che a parlare sia l’unica lingua davvero universale, ovvero quella della musica. A chi eventualmente non avesse compreso quanto sia alto ciò che è accaduto con questo evento conclusivo del Festival 2017, va tutta la nostra umana solidarietà! E ora la Fondazione Armonie d’Arte si prepara per il calendario autunnale e invernale, per continuare a vivere raffinati e imperdibili momenti insieme, sempre all’insegna della cultura, della bellezza e del divertimento!