Genova - Pubblico in piedi, ovazioni e applausi a non finire per David Garrett al termine della sua esibizione solistica nel Concerto per violino e orchestra di Piotr Ilich Ciaikovskij al Teatro Carlo Felice. La prima parte del concerto della stagione sinfonica diretto da Andrea Battistoni sul podio dell’Orchestra del Teatro è finita con un nuovo trionfo per il fascinoso violinista tedesco, che anche stavolta, dopo la sua esibizione di un paio d’anni fa, è riuscito a riempire un teatro che ormai sempre più difficilmente, sia nella stagione operistica che in quella sinfonica, riesce a offrire un soddisfacente colpo d’occhio quanto a presenza di pubblico. Apoteosi finale, quando a Garrett è stato consegnato, dall’assessore alla cultura del Comune, Carla Sibilla, il celebre “Cannone”, violino appartenuto a Niccolò Paganini, arrivato sul palcoscenico con la scorta dei due immancabili vigili in alta uniforme, su cui sono stati eseguiti i due bis.

Come sempre in mise volutamente dégagé, i lunghi capelli biondi raccolti, Garrett ha sedotto ancora una volta il suo pubblico con una esecuzione del concerto ciakovskijano di innegabile sensibilità, pur con evidenti cautele nei tempi scelti per alcuni passaggi (confermando l’impressione che già nel 2014 aveva lasciato nel Concerto per violino di Brahms), in cui la concretezza strumentale necessaria per una letteratura classico-romantica di così grande impegno sembra risentire non poco, sotto questo aspetto, di una frequentazione di repertori molto diversi fra loro.

Il concerto si era aperto con la prima esecuzione assoluta di un nuovo pezzo di Marco Lombardi, “Delle acque”, commissionato dalla Fondazione Teatro Carlo Felice, un brano per orchestra e voce recitante per il quale il compositore ha tratto ispirazione da alcuni scritti di Leonardo da Vinci sui diversi aspetti che l’acqua può assumere, scritti che, nei codici originali, lo stesso Leonardo illustrava con splendidi disegni. Alcuni frammenti, recitati dallo stesso direttore, introducevano alle diverse parti in cui un organico d’orchestra assai ampio, con una nutritissima sezione di percussioni, ne “illustrava” i contenuti, a dire il vero un po’ enigmaticamente nelle corrispondenze, secondo un vocabolario desunto dalle ormai storicizzate avanguardie della seconda metà del secolo scorso.

Finale del concerto con la Terza Sinfonia, detta “Polacca”, brano che precede la più celebre triade sinfonica conclusiva della produzione di Ciaikovskij e anch’esso ricco di straordinarie soluzioni nell’orchestrazione e nell’invenzione melodica. Battistoni ne ha condotto in porto l’esecuzione con il suo consueto repertorio di salti, mulinar di braccia, mobilissima chioma leonina: con esiti notevolissimi, se misurati in decibel, molto meno convincenti musicalmente, se si pensa, come solo esempio, come si sarebbe dovuta realizzare, per charme e nobiltà espressiva, la splendida “polonaise” dell’ultimo movimento della sinfonia, risolta invece in termini puramente, pesantemente sonori.

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GENOVA. 15 APR. Come non ammettere di aver avuto qualche perplessità riguardo alla prestazione di Garrett di ieri sera, ed invece il biondo di Aquisgrana è stato fantastico nella sua escuzione del  Concerto in re maggiore per violino e orchestra, op. 35 di Petr Ilic Cajkovskij, nato alla fine di uno dei periodi più fecondi della creatività del compositore, quello che lo aveva visto non ancora quarantenne concludere, nell’arco di un triennio, il Concerto per pianoforte in si bemolle minore, il balletto Il lago dei cigni, la Quarta Sinfonia e l’opera Evgenij Onegin. Non esiste violinista di qualunque specie e rango che non abbia in repertorio questo monumento della letteratura concertistica e non c’è pubblico al mondo che non ne riconosca di colpo le suadenti melodie.

David Garrett è arrivato sul palco del Carlo Felice in giacca grigia che faceva intravedere sotto una maglietta marrone con un teschio…, ma questa volta (per fortuna) non si è seduto per suonare il suo violino e visibilmente impegnato ha intrapreso il primo movimento Allegro moderato con le sue evoluzioni.  Da subito abbiamo ritrovato quel tema dall’intrepida ed  entusiasmante freschezza che poi  espone con naturalezza un nuovo soggetto breve, ardente, ritmicamente concitato. Ha eseguito con grande espressività la mediana Canzonetta  dall’ inizio assorto, intimo nel quale si va poi ad inserire un tema malinconico, che prende luce quando più avanti viene recuperato dal flauto.

Nel Finale, Allegro vivacissimo, l’esperto solista ha preso in mano il gioco da incontrastato protagonista e lo ha fatto davvero bene.  Suo  l’esordio con una cadenza di straordinario virtuosismo, suo lo slancio della danza vitale e travolgente, sua l’appassionata risposta alle girandole più infuocate dell’orchestra. Insomma, indubbiamente una straordinaria prove di sè, confermata dai due bis concessi con in mano il Cannone di Paganini.

Ma se il tripudio di Garrett è indiscusso vogliamo tener presente anche l’ottima prestazione di Battistoni in una direzione cristallina di tutto il programma d’orchestra. Il Maestro oltre a dirigire ha intrattenuto il pubblico, questa volta fatto prevalentemente da giovani, con una lezione-concerto che ha introdotto sia il primo brano Le acque di Leonardo di Marco Lombardi, che la Sinfonia n.3 in re maggiore op. 29 denominata la Polacca.  Una sinfonia poco eseguita, di cui Andrea Battistoni ha elogiato il pregio facendo notare le similitudini con il balletto Il lago dei cigni che solo un esperto di danza poteva rilevare. Complimenti davvero!

Pienissimo il Teatro Carlo Felice che ha visto ospite anche l’ex mogliedi Silvio Berlusconi Veronica Lario, probabilmente fan accanita anche lei del biondo Garrett. Grande coda all’uscita per le firme dei cd ad opera del violinista che non stanco del concerto ha ancora adoperato le sue mani per firmare gli autografi .

FRANCESCA CAMPONERO

Публика стоит, нескончаемые овации и аплодисменты звучат для Дэвида Гарретта после его сольного исполнения Концерта для скрипки с оркестром П.И.Чайковского в Театре Феличе. Первое отделение при участии оркестра театра под управлением Андреа Баттистони заканчивается очередным триумфом для очаровательного немецкого скрипача, который, как и пару лет назад, смог собрать полный зал. В настоящее время это становится все более проблематичным как для оперного, так и для симфонического репертуара, который не в состоянии предложить что-то интересное для публики. Апофеозом вечера стал момент, когда советник по культуре Муниципалитета Карла Сибилла передала Гаррету знаменитую скрипку "Cannone", принадлежащую Н.Паганини, которую внесли на сцену при непременном сопровождении двух охранников в парадной форме. На ней было исполнено 2 биса.

Как всегда в нарочито свободном стиле, с собранными в хвост длинными светлыми волосами Гарретт покорил в очередной раз публику своим неоспоримо эмоциональным исполнением Концерта Чайковского, несмотря на очевидную осторожность при выборе темпа для некоторых пассажей (что подтвердило мои впечатления от Концерта Брамса в 2014), в которых инструментальная точность, необходимая для классическо-романтических произведений такого уровня, должна звучать ясно.

Концерт начался с премьерного исполнения нового сочинения Марко Ломбарди "Delle aque" для оркестра и чтеца, при сочинении которого композитор вдохновился работами Леонардо да Винчи о разных состояниях воды, иллюстрированными самим Леонардо. Перед каждой частью дирижер зачитывал  некоторые  отрывки. Органика оркестра "иллюстрировала" содержание,  сказать по правде, с немного загадочным посылом из-за устаревшей лексики, заимствованной из второй половины прошлого века.

В финале прозвучала Третья симфония, т.н. "Польская" - произведение, открывающее самую знаменитую симфоническую триаду Чайковского и изобилующее оригинальными оркестровыми и мелодическими решениями. Баттистони дирижировал ее "в своем репертуаре": подпрыгивая, кружа руками и размахивая своей львиной шевелюрой. Но конечный итог, если измерять в децибеллах, в музыкальном плане был менее убедителен. Подумать только, как благородео и чарующе мог бы звучать великолепный полонез в последней части симфонии, если бы он не был исполнен таким прямолинейным и тяжелым звуком.